
(Dresden, Germania 1922).
“Der männliche Körper in Linien und Licht” (titolo tradotto in italiano: Il corpo maschile nelle linee e nella luce) libro con 30 scatti artistici di nudo maschile di Bruno Wiehr, accompagnato da un breve saggio di 29 pagine scritto da Magnus Weidemann (1880-1967) che inizia parlando in generale della fotografia di nudo a scopi artistici e del rapporto che gli europei dell’epoca avevano con le nudità e il naturismo, successivamente approfondisce il discorso illustrando nello specifico le varie foto di Wiehr presenti all’interno del volume.
L’opera è stata pubblicata nel autunno 1922 a Kettwig (oggi fa parte della città di Essen ma allora era una città indipendente), edita da Lichtkampf Hanns Altermann, una piccola casa editrice di breve durata fondata da Hanns Richard Altermann (1891-1963) che lavorò con diversi scrittori e artisti come Lotte Herrlich (1883-1956), di cui ne pubblico pure, negli anni ’20, i suoi famosi scatti di nudo femminile.

Pubblicità del libro di Bruno Wiehr nel "Giornale di borsa per il commercio librario tedesco. Sezione illustrata" (Illustrierter Teil zum Börsenblatt für den Deutschen Buchhandel) edizione del 15 Dicembre 1923
Bruno (Franz Viktor) Wiehr è stato un fotografo e documentarista di origine polacca nato il 6 marzo 1882 a Bad Reinerz, oggi chiamata Duszniki-Zdrój in Bassa Slesia; si hanno poche informazioni sulla sua vita, sappiamo che lavorò in Germania al inizio del ‘900, i primi documenti che riportano a lui risalgono al 1903, consistono in fotografie, partecipazioni a concorsi e varie collaborazioni con giornali di Dresda.
Dal 1908 Wiehr diresse lo studio per la fotografia artistica e la pittura (Atelier für künstlerische Photographie und Malerei) in Prager Strasse 30, dove assunse e formò diversi fotografi, alcuni dei quali in seguito divennero nomi importanti nel mondo della arte, come ad esempio Will Burgdorf (1905–1944) che all’inizio degli anni ’20 completò la sua formazione proprio in quello studio.
In seguito, nel 1931, Bruno Wiehr abbandonò lo studio di Prager Strasse senza però lasciare il mondo delle arti visive, infatti non passò molto che, nel 1932, iniziò una nuova attività sempre legata al mondo della fotografia. Nel 1928 fu anche eletto presidente del Comitato Scientifico Umanitario (WhK) che è considerato il primo vero gruppo del movimento di liberazione omosessuale con lo scopo principale di mobilitare l’opinione pubblica per l’abolizione del paragrafo 175, che puniva con la reclusione gli atti omosessuali fra maggiorenni consenzienti e in privato.
[1. Gennaio 1872] § 175. La fornicazione innaturale commessa tra persone di sesso maschile o da uomini con animali è punita con la reclusione; può essere imposta anche la perdita dei diritti civili. [...]
Le informazioni che si hanno in merito al fotografo Bruno Wiehr arrivano fino al 1935, da tale data in poi non emergono più tracce di alcun tipo, né lavorative né di vita privata, la sua figura venne avvolta da un alone di mistero; ci sono giunte voci che lo videro coinvolto in un indagine di polizia per la violazione del paragrafo §175 RStGB, legge che in quello stesso periodo fu inasprito notevolmente dai nazionalsocialisti, ciò che successe in seguito non è noto, è possibile fare solo delle supposizioni, molti pensano che Wiehr sia riuscito a scappare dalla Germania ma altri fanno coincidere il 1935 come data della sua morte, Bruno Wiehr molto probabilmente si andò ad aggiungere al lungo elenco delle vittime dei nazisti e dell’assurda legge del paragrafo 175; raid, denunce e paura costante facevano parte della vita quotidiana dei giovani omosessuali, una vita apertamente gay era impensabile durante gli anni della dittatura nazista, avrebbe portato solo a lunghe carcerazioni, torture e morte, e Wiehr con il suo ruolo artistico e politico all’interno del WhK era un personaggio scomodo e troppo in vista, ciò non stupisce che possa essere caduto vittima del nazismo e anzi è sorprendente come alcune copie del libro “Der männliche Körper in Linien und Licht” siano potute giungere fino a noi oggi, invece di finire distrutte come successe a molti libri.
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