“Trio” di Vincenzo Galdi. (Italia, foto-cartolina Tensi 1920Ca)

Quella qui sotto è una sorta di “foto-cartolina” datata 1915/1918, stampata su supporto fotografico standardizzato per cartolina postale, prodotta dall’azienda Italiana Tensi all’inizio del XXsecolo, con lo scopo di permettere la creazione di cartoline personalizzate con le proprie fotografie di famiglia. La semplicità d’utilizzo è i costi nettamente inferiori rispetto alle classiche carte fotografiche utilizzate all’epoca, diventarono sin da subito un ottima alternativa anche per la vendita delle fotografie erotiche e pornografiche clandestine, che fino a allora erano un lusso solo per pochi.

"𝑻𝒓𝒊𝒐" Vincenzo Galdi ( 1871 – 1961)
Italia, 1920Ca.
Stampa citrata su carta fotografica formato cartolina prodotta dalla Tensi.
14x9 cm

La scena di sesso orgiastico omosessuale impressa a fronte fu realizzata dal napoletano Vincenzo Galdi (1871-1961*), allievo, modello e presunto amante del famoso fotografo Guglielmo Plüschow; successivamente diventò anch’egli un’affermato fotografo di nudo, differenziandosi dal suo maestro e dagli altri fotografi contemporanei, come ad esempio Wilhelm von Gloeden, grazie a una visione artistica dai toni sempre più spinti e pornografici. Mentre Plüschow e Gloeden ricreavano con le loro fotografie delle specie di dipinti, concentrandosi nella composizione complessiva delle scene, dando importanza alle pose e allo sfondo, Galdi diversamente dava una maggiore attenzione al corpo del modello e ai genitali, andando a creare opere altamente erotiche trasformando i modelli in oggetti del desiderio, con falli spesso in semi erezione e messi in debita evidenza.

Ritaglio di giornale che riferisce la condanna di Galdi. "Il Messaggero" del 6 aprile 1908, Pg.2 .

La mentalità aperta e visionaria nei confronti dell’erotismo portò il fotografo napoletano a osare sempre di più, affiancando alla produzione omoerotica anche quella pornografica, trasformandolo nel primo vero pornografo gay Italiano, un grosso coraggio nell’Italia di fine ‘800, dato che già la pornografia in generale era illegale e ancora di più lo era quella omosessuale.
La sua produzione apertamente pornografica con immagini sempre più esplicite e provocanti, unite alla grossa mole di materiale che realizzava, dato lo scopo prettamente commerciale, non mancarono di attirare le attenzioni delle forze dell’ordine e nel 1907 Galdi venne travolto dallo stesso scandalo di Guglielmo Plüschow, che pose fine alla sua carriera da fotografo; qui affianco è possibile leggere uno dei pochi articoli che riportarono la notizia, allora l’attenzione mediatica era rivolta maggiormente al più famoso Plüschow.
Sebbene in queste righe abbiamo parlato principalmente della fotografia omoerotica e pornografica gay di quest’artista, è importante ricordare che la produzione di Vincenzo Galdi interessò molto anche il nudo femminile e la pornografia eterosessuale, di quest’ultima però è curioso notare la forte attenzione che il fotografo riserva sempre e comunque alla figura maschile, mettendo in buona mostra i genitali dei ragazzi e focalizzando l’attenzione dello spettatore sul corpo di quest’ultimi invece che su quello delle ragazze, particolarità che non riscontriamo solitamente nella pornografia eterosessuale, che tende a mettere sempre la figura femminile in primo piano.


*Vincenzo Galdi muore il 23 dicembre 1961, a Roma dove è tutt’ora sepolto al Cimitero del Verano (Collocazione: Nuovo Reparto, riquadro 47, piano uno, cappella E, fila 3, loculo n.2)

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